LA FORESTA DI MONTONA
oasi verde dell’istria

Il tartufo è conosciuto nella foresta di Montona da tempi immemorabili. Secondo i racconti degli abitanti della zona, queste “patate puzzolenti” che trovavano durante lo sgombero del terreno, erano il cibo preferito dei loro maiali, e probabilmente solo pochi ne conoscevano il valore commerciale.
Sebbene le cronache colleghino la scoperta del tartufo con la costruzione della rete idrica istriana e della ferrovia a scartamento ridotto che collegava Parenzo e Trieste, la popolare Parenzana (1902-1935), la prima pubblicazione scientifica che conferma l’esistenza del tartufo nella foresta di Montona, così come la loro commercializzazione, avvenne solo negli anni ’30 del XX secolo, con la costituzione dell’azienda “Azienda del Tartufo – Sella, Hütterott e C. Levade”.

Tra i fondatori e primi scopritori registrati, risultano Carlo Testoni e Pietro Giovannelli di Pola, originari della tartufaia in Emilia Romagna; la baronessa Barbara Hütterott (figlia di Georg Hütterott – industriale e commerciante, proprietario dell’isola di Sant’Andrea nei pressi di Rovigno, che fu anche console onorario dell’Impero giapponese a Trieste) e lo scienziato Massimo Sella, allora direttore dell’Istituto di Biologia Marina di Rovigno. Dato che gli abitanti dell’Istria non erano abituati alla ricerca del tartufo, i primi cercatori furono portati dalle province italiane – Ferrara, Bologna e Ravenna. Nel 1937 la famiglia del primo aviatore istriano (1912) Emilio Facchini di Levade, proprietario anche delle terme di Santo Stefano, ricevette una concessione sulla foresta di Montona. Iniziarono allora le prime Giornate autunnali del tartufo (Festa del tartufo).

IL PIÙ GRANDE HABITAT DEL TARTUFO

Grazie al microclima umido, al terreno argilloso calcareo e agli alberi che vi crescono (soprattutto pioppi, salici, querce), il rigoglioso bosco di Montona è diventato un ambiente ideale per la crescita del tartufo bianco (Tuber magnatum Pico), il tartufo più pregiato nel mondo, che, al di fuori dell’Istria, cresce solo in alcune province italiane (Piemonte, Toscana, Umbria).

La foresta stessa è testimone di un lungo e importante passato. La foresta, denominata anche di S. Marco, fu l’unica di cui la Repubblica di Venezia si prese particolarmente cura, anche perché vi cresceva la pregiata quercia (Quercus robur) che si poteva curvare per poi essere usata nella costruzione di navi. Pertanto la Serenissima istituì speciali organi di controllo dalle massime autorità veneziane e un rigoroso ordine forestale che fu mantenuto anche durante il periodo dell’Austria-Ungheria e dell’Italia.

Per la sua unicità, rarità e rappresentatività, la foresta di Montona, che è al contempo la foresta più grande e autoctona di alberi di latifoglie in tutto il territorio litoraneo della Croazia, è stata protetta e dichiarata riserva speciale di vegetazione forestale.

CURIOSITA’

Lo sapevate che il primo tartufo in Istria è stato trovato nel 1925 vicino a Levade?

In questa foto potete vedere un tartufaio mentre pulisce i tartufi nella prima metà del 20° secolo.

Contiene anche tutto ciò di cui un tartufaio ha bisogno ancora oggi: un buon cane, una cazzuola per togliere i tartufi, un sacchetto di tela, un coltello, tanta pazienza e dedizione.